Non tutti i data center vengono costruiti allo stesso modo, all’interno del piano di progettazione ci sono specifiche che riguardano livelli di ridondanza e affidabilità, e il data center viene progettato seconde queste indicazioni.
Tra i vari approcci della progettazione dei data center ci sono quelli con il massimo livello di sicurezza, iper protetti con specifiche militari, come per esempio quelli a cui ci affidiamo per i nostri servizi cloud che vedremo tra poco, e chi sceglie piuttosto di avere più data center delocalizzati, ma con con un livello di protezione più bassa, limitando i costi di manutenzione, costruzione e gestione.
Sembrerebbe che la causa dell’incendio sia il malfunzionamento di un UPS, ovvero un gruppo di continuità, su cui recentemente era stata fatta una manutenzione.
Solitamente però i gruppi di continuità sono elementi che vengono tenuti ben separati dai server, proprio perché rappresentano elementi critici, ma non è stato proprio così nel data center Francese.
Il data center di OVH era molto particolare perchè era realizzato in una struttura a container di metallo impilati, cosa che oggi avviene solo per aggiungere moduli di emergenza e quindi modalità provvisorie.
Il problema è che le pareti dei container, essendo di metallo, non possono isolare il calore, quindi ecco spiegata la rapida propagazione delle fiamme in tutto il data center. Basta che uno dei container prenda fuoco per far aumentare vertiginosamente le temperature anche di tutti gli altri, creando un effetto a catena e far sì che avvenga un disastro.
Nei data center Italiani come in tutti quelli di ultima generazione è molto improbabile che questo disastro avvenga, perché sono costruiti in cemento e suddivisi in camere stagne in grado di auto isolarsi, quindi in questo modo sacrificando i server di uno scompartimento per salvare l’intera struttura e tutti gli altri server.
Nei sistemi antincendio più moderni come quelli presenti nei data center Italiani non si utilizza l’acqua per domare gli incendi perché quello che non distrugge il fuoco, lo può seriamente compromettere l’acqua. Ecco perché si usano sistemi a gas inerte, che riducono la quantità di ossigeno e vanno ad estinguere la fiamma.
I datacenter in cui appoggiamo i nostri servizi cloud sono tra i più sicuri al mondo.
Ma perchè possiamo definirli tra i più sicuri al mondo ?
Questi data center mirano ad essere riconosciuti come leader mondiali della sicurezza dei dati, possedendo oltre 400 tecnologie brevettate, tripla ridondanza del sistema elettrico per garantire il 100% del update e imparagonabili soluzioni “mission critical”, pertanto diciamo che con OVH non c’è paragone.
Il vero dramma di questo disastro è che molti clienti di OVH, erano convinti che come servizio fosse previsto un recovery plan. Evidentemente i clienti non credevano che tutti i loro dati fossero contenuti solo in unico posto ma ridondati in più nodi diversi. Purtroppo non era così, spettava al cliente effettuare i backup in separata sede, oppure pagare lo stesso OVH per farla. Esiste un piano apposito da pagare a parte per effettuare il backup delle macchine virtuali su altri datacenter delocalizzati.
Spesso i servizi a basso costo o gratuiti, non sono affatto delocalizzati e duplicati, e i dati si trovano su un server specifico in una posizione specifica, quindi Cloud di nome ma non di fatto.
Questo episodio ha messo in evidenza ancora una volta l’importanza della realizzazione di piani di Backup e Disaster Recovery, infatti proponiamo sempre ai nostri clienti servizi di replica e backup in locale o su altri data center.
La parola d’ordine è ridondanza, ricordiamo sempre a tutti i l’importanza di avere più copie dei propri dati mantenute sincronizzate in modo da garantire la continuità dell’esecuzione delle applicazioni anche in caso di danneggiamento del supporto che contiene i dati stessi.
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