Le precedenti versioni di windows dalla 7 alla 10 sono state compatibili con pressoché qualsiasi sistema, dai più vecchi ai più nuovi, certo i PC potevano essere più o meno reattivi ma in pochissimi sporadici casi non era nemmeno possibile installare il nuovo windows.
Microsoft ha dettato questi requisiti, cioè un processore da 2 o più core con velocità da 1 gigahertz in su, 4 gb di memoria RAM e 64 gb di spazio di archiviazione.
E fin qui nessun problema, dato che i processori o sistemi ormai da un sacco di anni a questa parte soddisfano questi requisiti. Viene poi anche citata una scheda grafica Directx 12, caratteristica già un pochettino più stringente, ma comunque soddisfatta da un sacco di schede grafiche già da diversi anni comprese quelle integrate nei processori.
E poi arriva la caratteristica principale che è la caratteristica determinante per cui molti pc attuali non saranno compatibili con il nuovo windows, cioè la necessità del TPM 2.0.
TPM è una sigla che significa Trusted Platform Module, ed è un componente, sia hardware che software, integrato sia a livello di motherboard sia a livello di processore.
Il TPM permette di abilitare delle funzioni principalmente legate alla sicurezza. Per esempio con il TPM 2.0 è possibile gestire una criptazione dati a livello di sistema e abilitare il secure boot, che permette di bloccare potenziali malware a livello molto basso.
Il Trusted Platform Module eventualmente può essere aggiunto come modulo separato sui PC che ne fossero sprovvisti ed è integrato nei processori moderni.
Inutile dire che dopo la notizia dei requisiti hardware imposti da Microsoft per l’utilizzo di Windows 11, i tech-bagarini hanno acquistato in massa i moduli TPM presenti sul mercato per poi rivenderli a prezzi fortemente maggiorati.
Microsoft sta comunque valutando di consentire l’installazione e l’utilizzo di Windows 11 anche su sistemi basati su processore Intel Core di settima generazione o AMD Ryzen 1000.
La scelta di Microsoft è di basare le fondamenta di Windows 11 direttamente sulla sicurezza e di conseguenza questa scelta taglia fuori quelle piattaforme che non sono in grado di assicurare tale sicurezza.
Allo stato attuale i processori che sono totalmente compatibili sono gli Intel dall’ottava generazione in poi e gli AMD Rayzen dalla serie 2000 in poi. La motherboard dev’essere chiaramente dotata delle funzioni di sicurezza legate al TPM che sono abilitabili via bios.
Qualche problema in più potrebbe esserci sui notebook, principalmente per la natura stessa di alcuni prodotti che limitano al massimo anche lo sviluppo software per contenere le spese.
Microsoft ha rilasciato un software, che potete scaricare dal suo sito, per controllare la compatibilità del vostro attuale computer. Il software è estremamente semplice, basta scaricarlo, installarlo ed avviarlo e un messaggio vi dirà semplicemente se potete o non potete installare Windows 11.
In questo link https://www.microsoft.com/it-it/windows/windows-11-specifications che vi reindirizza sul sito di Microsoft ci sono i requisiti di sistema minimi per poter installare Windows 11.
La versione stabile del sistema operativo arriverà in autunno. Fin ora sono state rilasciate quattro build preliminari attraverso il programma Insider. Alcuni malintenzionati hanno subito approfittato dell’occasione per ingannare gli utenti e distribuire malware.
Infatti qualche giorno prima dell’annuncio ufficiale era apparsa online una ISO di Windows 11 e gli esperti di Kaspersky hanno scoperto che circolava su Internet un file che in realtà scarica ed esegue diversi tipi di malware: downloader, adware, trojan e password stealer.
Ovviamente non serve ricordare che qualsiasi software deve essere scaricato solo dalle fonti ufficiali.
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